sabato 10 marzo 2012

Il saggio breve e l'articolo di giornale.


Il saggio breve e l'articolo di giornale

La tipologia B della prima prova scritta prevede lo sviluppo di un argomento scelto tra quelli proposti e riconducibili a quattro grandi ambiti disciplinari (storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico). L’argomento può essere svolto sotto forma di saggio breve o di articolo di giornale.
Per ciascun ambito disciplinare viene fornita una documentazione, di cui lo studente deve tener conto nella stesura del testo. I documenti proposti sono di solito brevi testi, ma possono essere anche immagini, grafici, tabelle. Nel 2009, ad esempio, in riferimento all’argomento del primo ambito «Innamoramento e amore», sono stati proposti sei brani (dal poeta latino Catullo, a Leopardi, Gozzano e Alberoni) e tre immagini (dipinti di Magritte e Chagall e una scultura di Canova).
I diversi documenti rappresentano un elemento importante per la stesura del testo: essi, infatti, devono essere utilizzati come se fossero i risultati di quelle ricerche che vanno sempre eseguite prima di una scrittura saggistica o quando ci si accinge a scrivere un articolo. Per questo motivo è utile procedere innanzitutto a loro “schedatura” individuando l’informazione principale che essi veicolano, confrontandoli tra loro e cogliendo analogie e differenze. 

Il saggio breve

Se si sceglie di redigere il proprio testo nella forma del saggio breve, bisogna innanzitutto tener presente che esso è un testo argomentativo, la cui funzione fondamentale è quella di esporre una determinata interpretazione di un evento, di un fenomeno etc., e di dimostrarne la validità attraverso il ragionamento. Il saggio breve, tuttavia, ha anche le caratteristiche tipiche del testo informativo, poiché fornisce al lettore tutta una serie di informazioni, osservazioni e dati sul tema di cui tratta.

Individuare una tesi

Una volta analizzati i documenti, bisogna individuare una tesi personale su cui costruire l’argomentazione che si intende sostenere, tenendo conto anche del fatto che le informazioni e i dati da cui si parte devono essere sempre integrati con conoscenze ed esperienze personali; d’altra parte nelle stesse consegne c’è la raccomandazione di inserire opportuni riferimenti alle proprie conoscenze ed esperienze di studio.

Definire una scaletta

Prima di procedere nella stesura del testo, è sempre bene preparare una “scaletta” con i vari punti che si intende sviluppare. La struttura più semplice e lineare da dare al saggio prevede tre “momenti”:
  • la presentazione dell’argomento o del problema che si intende affrontare;
  • la formulazione della propria tesi;
  • la dimostrazione della sua validità attraverso riflessioni, esempi, osservazioni etc.
Naturalmente un saggio non deve essere sempre così schematico. Ad esempio, si può evitare di formulare la propria tesi in maniera esplicita e lasciare che essa emerga a poco a poco dalla trattazione o, nell’ambito della terza parte, si può scegliere di presentare non soltanto dati a favore della propria interpretazione ma anche riflessioni antitetiche e, attraverso la loro confutazione, dimostrare la validità della tesi esposta.
Da quanto detto finora appare chiaro che la capacità espositiva e di ragionamento è fondamentale per la stesura di un saggio breve. Bisogna inoltre prestare molta attenzione al linguaggio, che deve essere chiaro, preciso e accurato.

Il titolo e la destinazione editoriale

Non bisogna dimenticare altri due elementi indicati nelle consegne: la scelta di un titolo e la destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Quest’ultima richiesta non è affatto di importanza secondaria, poiché la scelta della destinazione condiziona il registro linguistico da utilizzare: se ci si rivolge ai lettori di una rivista specialistica, ad esempio, è opportuno usare un lessico tecnico, mentre se ci si rivolge ai lettori di un giornale scolastico, è necessario adoperare un registro più divulgativo. 

La divisione in paragrafi

Nelle consegne viene suggerita anche la possibilità di organizzare la trattazione suddividendola in paragrafi (cui si può dare eventualmente titoli specifici). Anche se non si suddivide il proprio testo in paragrafi, è sempre bene fare in modo che le varie parti siano nel complesso omogenee (mai, ad esempio, scrivere due colonne di foglio protocollo di introduzione e riservare pochissimo spazio al resto) e legate armoniosamente tra loro, per non dare l’impressione di un discorso poco organico e, di conseguenza, poco convincente.                             
In sintesi. Per scrivere un saggio breve
  • Esamina con attenzione i documenti e, per ognuno, con una parola-chiave o una frase, indica l’informazione principale.
  • Confronta i documenti individuando differenze e analogie e scegliendo un tuo punto di vista nel trattare l’argomento in questione.
  • Redigi una scaletta.
  • Sviluppa la tua tesi argomentandola e facendo riferimento ai diversi documenti e a osservazioni e conoscenze personali.
  • Cerca di chiudere il testo con una conclusione “a effetto”.
  • Ricorda di dare un titolo e di indicare una destinazione editoriale (la scelta del titolo risulta più semplice a lavoro ultimato).

L’articolo di giornale

L’articolo di giornale è un testo a carattere per lo più informativo, che mira a fornire una notizia, a raccontare un fatto, a esporre un argomento, cercando di offrire al lettore il maggior numero di elementi necessari a comprenderli. Può essere più o meno lungo, ma deve in ogni caso consentire al destinatario di farsi un’idea circostanziata sulla questione affrontata.

Le diverse tipologie di articoli di giornale

Un articolo di giornale può affrontare argomenti di diversa natura.
L’articolo di cronaca, ad esempio, informa su un determinato avvenimento (si va dalla cronaca nera, quando si tratta di un crimine, alla cronaca rosa, quando l’evento di cui si parla è mondano, sentimentale). In questo tipo di articolo a prevalere è senza dubbio la funzione informativa del linguaggio, anche se spesso il giornalista non manca di commentare e fornire una propria interpretazione dei fatti.
Si parla di articolo di opinione, invece, quando l’articolo propone una riflessione del suo autore su uno specifico evento o argomento (ne è un esempio l’articolo di fondo, posto in prima pagina sulla colonna di sinistra). L’articolo di opinione è caratterizzato dal prevalere della funzione argomentativa del linguaggio.
Esistono poi articoli che si interessano di avvenimenti legati al mondo della letteratura, dell’arte, dello spettacolo, i cosiddetti articoli culturali, e articoli specialistici, che si occupano di argomenti come l’economia, la scienza, lo sport etc.

Il titolo

Il titolo di un articolo di giornale è costituito generalmente da tre parti:
  • l’occhiello, posto sopra al titolo, che introduce brevemente l’argomento trattato;
  • il titolo (ad effetto);
  • il sommario, posto sotto al titolo, che fornisce una specie di sintesi del contenuto dell’articolo o aggiunge qualche altra informazione rispetto a quelle fornite dall’occhiello e dal titolo.
Il titolo si definisce:
  • denotativo, o «freddo», se si limita a informare (in questo caso prevale la funzione informativa del linguaggio): Immigrati a quota 4,5 milioni. L’Italia sopra la media UE («la Repubblica», 29 ottobre 2009);
  • connotativo, o «caldo», se contiene non la semplice informazione, ma anche una sorta di commento e di valutazione dell’accadimento, facendo prevalere così la funzione emotiva del linguaggio: Ultimo saluto a un bieco razzista («Corriere della Sera», 12 luglio 2008).
In genere è meglio rimandare la scelta del titolo a dopo la stesura del testo.

Il lead

Oltre al titolo, che deve essere quanto più interessante e incisivo possibile, c’è un altro elemento dell’articolo a cui bisogna riservare particolare cura: il lead o “attacco”, ossia l’esordio dell’articolo, che deve essere suggestivo e accattivante per catturare immediatamente l’attenzione del lettore. Il lead può essere di diversi tipi. I più frequenti sono:
  • il lead nominale, che dà avvio all’articolo con una frase con ellissi del verbo (Per un single 480 euro. Per una coppia con un figlio 720 euro… è quanto hanno speso in più le famiglie italiane…, «la Repubblica», 16 luglio 2008);
  • il lead enunciativo, che espone il fatto in questione in maniera estesa e chiara (La polizia ha arrestato alle 10 di ieri Victor «el Gordo»…, «Corriere della Sera», 10 luglio 2008);
  • il lead situazionale, che immette direttamente in una determinata situazione (Nemmeno il signor Beppino Englaro, quando si è augurato che la vicenda di Eluana tornasse a essere un dolore privato, e ha auspicato il silenzio, poteva illudersi di ottenerlo, «la Repubblica», 16 luglio 2008);
  • il lead interrogativo, che dà inizio all’articolo con una domanda (Di qua o di là dalla Porta di Brandeburgo? All’ovest, come Reagan…, «Corriere della Sera», 10 luglio 2008 ).
Nelle consegne viene sempre fornito un suggerimento utile per la realizzazione del lead, ossia attualizzare l’argomento riferendosi «a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo)».

5W e 1H

Dopo il lead, secondo la tradizione anglosassone, ogni articolo di cronaca deve contenere le cosiddette 5W e 1H, ovvero il testo non deve mancare di informare:
  • su cosa è accaduto (What?);
  • su chi è il protagonista della vicenda (Who?);
  • su dove è accaduto il fatto (Where?);
  • sul quando (When?);
  • sul perché (Why?);
  • sul come (How?).
Queste informazioni, seppure in modo sintetico e sbrigativo, verranno fornite anche in un articolo di opinione, dove prevale il commento.

Il background e la conclusione

Un altro elemento che si può inserire in un articolo è il cosiddetto background, che mira a ricostruire lo sfondo in cui si è verificata la vicenda o tutto ciò che è accaduto prima di un determinato evento.
Importante è, naturalmente, anche la conclusione che può offrire un commento finale dell’articolista, oppure chiudere con una sorta di sentenza o “battuta”, o ancora lasciare il lettore in attesa di futuri sviluppi.   

La destinazione editoriale

Un altro aspetto di cui tener conto è l’indicazione di un’ipotetica destinazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro) da dare all’articolo. È molto importante stabilire questo aspetto subito, poiché esso condiziona l’impostazione generale del pezzo e il registro linguistico da utilizzare.

Definire una scaletta

Per scrivere un buon articolo è importante fissare immediatamente, in una scaletta, i punti che si vogliono sviluppare, cercando sempre di avere un personale modo di affrontare l’argomento. Un’ipotesi potrebbe prevedere:
  • il lead;
  • la descrizione del tema con le informazioni su che cosa è avvenuto, dove, quando, perché, come e sul protagonista o i protagonisti della vicenda; 
  • l’ampliamento del tema centrale con notizie, testimonianze, osservazioni; 
  • un commento personale a conclusione del pezzo. 
Se invece si vuole dare al testo l’aspetto di un articolo di opinione, si potrebbero fornire in apertura brevi informazioni, per poi puntare tutto sull’argomentazione delle proprie idee. Ovviamente bisogna aver cura di utilizzare un linguaggio chiaro e sciolto, evitando periodi lunghi e fastidiose ripetizioni. 
In sintesi. Per scrivere un articolo di giornale
  • Esamina con attenzione i documenti e, per ognuno, con una parola-chiave o una frase, fissa il dato o l’elemento più interessante.
  • Confronta i documenti individuando analogie e differenze e scegliendo l’elemento o gli elementi su cui costruire il pezzo.
  • Scegli la destinazione editoriale.
  • Redigi una scaletta.
  • Presta particolare attenzione alla scrittura del lead, che è una sorta di “biglietto di presentazione” del tuo articolo.
  • Importante è anche la conclusione che deve essere concisa e suggestiva.
  • Ricorda di costruire un titolo (anche questo elemento fondamentale di ogni articolo) costituito almeno da titolo e occhiello.

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